RiceUp | CRISI DEL RISO, SI PUNTA SU PROGETTO IGP

12/07/2017
CRISI DEL RISO, SI PUNTA SU PROGETTO IGP

CRISI DEL RISO, SI PUNTA SU PROGETTO IGP
Mortara. L'assessore regionale: «Il marchio non basta, serve l'impulso dei privati e un patto tra produttori e industriali»
Crisi del riso, si punta sul progetto Igp
MORTARA Posata la prima pietra del progetto "Igp Riso Valle del Po". L'altra sera, all'auditorium di viale Dante, Gianni Fava, assessore regionale all'Agricoltura, e Mario Francese, presidente dell'Associazione industrie risiere italiane e amministratore delegato dalla Curti Riso di Valle Lomellina, hanno confermato la loro disponibilità a valutare il progetto del gruppo spontaneo "Rice up", coordinato dal mediatore pavese Paolo Ghisoni. Di fronte a una folta platea composta da risicoltori lomellini, pavesi e piemontesi, Fava ha parlato con franchezza prima di mettersi a disposizione di "Rice up", che vuole coinvolgere le province di Pavia, Lodi, Milano, Vercelli, Novara e Alessandria.«Stasera siamo al punto zero - ha detto l'assessore - perché il progetto lanciato dieci anni fa era stato ritirato dagli stessi proponenti. Oggi ribadisco che il marchio Igp diventa uno strumento su cui costruire politiche di tutela e di promozione, ma da solo non basta per produrre valore aggiunto, come si capisce analizzando il mondo vitivinicolo. La progettualità dovrà arrivare dai privati e poi i funzionari regionali valuteranno i requisiti. Politicamente siamo a favore di questa iniziativa, ma auspichiamo che i problemi degli anni scorsi siano superati». A cominciare dalla denominazione e dalla collaborazione fra produttori e industriali. «Consiglio ai promotori - ha aggiunto Fava - di cambiare "Valle del Po" con un marchio più conosciuto: con questo non si andrebbe da nessuna parte. Inoltre, rispetto al 2007, è necessario un autentico patto di filiera: una Igp, rispetto a una Dop, deve prevedere la presenza dei trasformatori e in questo caso la strada è in discesa perché gli industriali risieri nelle sei province coinvolte sono meno di una decina». Francese non ha chiuso le porte a "Rice up". «Rispetto alla bocciatura del ministero di dieci anni fa non è cambiato nulla - ha detto il presidente dell'Airi - In ogni caso, ben venga questo nuovo progetto: da parte mia, lo porterò in consiglio di presidenza e, se esisteranno i presupposti, lo approveremo». In ogni caso, prima di arrivare a vedere un'etichetta Igp su un sacchetto di riso dovranno passare circa due anni e mezzo, come ha spiegato Anna Maria Callegarin, esperta nel campo delle certificazioni dei prodotti Dop. Il disciplinare di produzione e altri documenti dovranno essere approvati dalle regioni Lombardia e Piemonte e poi dal governo: l'ultima parola spetterà a Bruxelles. La normativa prevede che del comitato promotore non possano far parte le organizzazioni sindacali Coldiretti, Confagricoltura e Cia. Il progetto è stato abbracciato anche dall'europarlamentare Angelo Ciocca, dal consigliere regionale Silvia Piani e dal vercellese Piero Actis, presidente del movimento spontaneo "Il dazio è tratto". L'altra sera il progetto Igp del 2007 è stato illustrato dal vercellese Andrea Desana.
Umberto De Agostino
La Provincia Pavese